Gli Anelli del Potere – Prime Impressioni
Gli Anelli del Potere sembra una di quelle canzoni che ascolti distrattamente, quasi per caso, ma che, alla fine della giornata, continui a canticchiare con piacere.
Attenzione, queste sono solo delle prime impressioni, non è una recensione. Siccome parlo solo dei primi due episodi non vi preoccupate che non ci sono spoiler, se non cose che scoprite nei primi 20 minuti di visione. Andate in pace.
Pare che quando si iniziò a progettare Gli Anelli del Potere il figlio di Jeff Bezos, grande appassionato di Tolkien, disse al padre di “non fare casini” con la nuova serie, e a giudicare da questi primissimi due episodi sembra che il suo consiglio sia stato seguito.
La Storia: “Il male non dorme. Attende”
La storia de Gli Anelli del Potere non è né esattamente un prequel né esattamente uno spin off rispetto agli altri film, sia della trilogia sia de Lo Hobbit.
Per darvi un’idea, si svolge durante la seconda era della storia di Arda (la più lunga delle tre) che durò 3441 anni. Questo periodo è narrato nel Silmarillion, nelle appendici a Il Signore degli Anelli e in alcuni dei racconti incompiuti.
Tanto per inquadrare ulteriormente il periodo, i famosi anelli del potere furono forgiati circa a metà della seconda era, e questo è un dettaglio (ovviamente) fondamentale per la serie, contando che proprio da questi anelli prende il nome.
In questo contesto i primi due episodi ci presentano quattro gruppi di personaggi che seguono quattro storie diverse, ma che si svolgono in contemporanea, in una Terra di Mezzo che sembra aver dimenticato i giorni delle battaglie contro Sauron, ormai dato per sconfitto.
― Galadriel incoronata il giorno in cui viene proclamata la fine dei “giorni della guerra”
Seguiamo così le vicende di una “giovane” Galadriel, già presente nella trilogia, di Arondir, elfo guerriero che ha vissuto per anni a contatto con gli umani innamorandosi di una di loro, di Elrond, elfo amico di Galadriel inviato dal re ad affiancare Celebrimbor (il più famoso fabbro elfico), e quelle di Nori e della sua serena comunità di pelopiedi, serena almeno finché la ragazza non trova qualcosa di strano caduto dal cielo.
La storia è, per il momento, tranquilla.
In questi primi due episodi non succede nulla di sconvolgente, sono molto introduttivi, però, pur non avendomi lasciata con un’attesa struggente per il prossimo episodio in uscita venerdì, c’è quella tiepida ma salda curiosità nel vedere il prosieguo della storia e il modo in cui i vari “pezzi” che ci hanno presentato andranno a combinarsi.
A onor del vero però una cosa sconvolgente avviene: Galadriel che resiste a mollo nel mare per quanto, uno? Due giorni? Incredibbile.
Una storia fantasy, una storia classica, una storia affascinante.
I Personaggi: quelli bassi sono i migliori
Al momento la maggior parte dei protagonisti si è giusto presentata, e mentre alcuni non sono particolarmente incisivi, altri hanno tutte le caratteristiche per diventare dei personaggi davvero interessanti a cui affezionarsi.
Arondir e gli umani che lo accompagnano ad esempio mi sono rimasti molto indifferenti, perché non hanno ancora un carattere particolarmente forte o distinto.
Galadriel ha invece una personalità già più strutturata ed evidente, ma per adesso è un personaggio davvero rigido ed è un po’ un pezzo di legno, diciamolo. Forse è per questo che ha resistito tanto a lungo in mare? Lo scopriremo nella prossima puntata (letteralmente).
Da quello che vediamo è però abbastanza evidente che sia solo all’inizio di un percorso “evolutivo”, sì tipo pokémon, che probabilmente la vedrà cambiare nel corso della serie.
Poi l’ultimo elfo, Elrond, ha già mostrato un po’ di carattere in più rispetto ai suoi compagni dalle orecchie a punta (anche grazie alle scene con Durin, il suo amico nano), ma devo dire che, pur avendo le potenzialità di diventare davvero un bel personaggio, per il momento sembra più interessante per il suo ruolo nella trama che come personaggio in sé.
― Nori, sulla destra, è uno dei personaggi più promettenti della serie
E poi ci sono i pelopiedi che secondo me sono meravigliosi: sono dei personaggi davvero adorabili, l’essenza di quello che ci si aspetta dall’archetipo dello gnomo in un fantasy (momento momento momento, lo so che non sono gnomi, dico solo che richiamano perfettamente quella tipologia di personaggio).
Infatti Nori è fra tutti i protagonisti quella che più ha mostrato un carattere vivace, deciso e curioso;
che poi secondo me è un personaggio molto più complesso di quanto sembri, vista la sottile sofferenza che ha comunque lasciato trapelare per la chiusura della sulla comunità nei confronti del mondo esterno. Sono davvero curiosa di vedere come andrà avanti la sua storia.
E poi ci sono i nani. Regà i nani sono sempre bellissimi. Visti per mezzo episodio e mi hanno già convinta, vorrei una serie solo su di loro.
Chi se ne frega degli anelli del potere, posso avere sei episodi solo su Durin e la moglie? Tanto sappiamo come va a finire con Sauron, no?
No, non si può fare eh? Peccato.
La Narrazione: divide et impera?
Come ogni serie corale, anche Gli Anelli del Potere ha una narrazione divisa in archi narrativi che sono per il momento estremamente indipendenti.
Onestamente spero che non restino troppo indipendenti per tutta la durata della serie, intrecciandosi solo negli ultimi trenta minuti prima del finale, perché sarebbe un peccato.
Però al momento la narrazione, seppur divisa, non dà un senso di spezzettato, mantenendo invece integro il continuum generale dell’opera.
Oltre Galadriel ed Elrond, che già si conoscono, sarebbe bello vedere come interagiscono anche gli altri personaggi fra di loro, magari nelle combinazioni più inaspettate.
Volete mettere la coppia Nori /Arondir o una qualche altra combinazioni impensabile? Poi c’è da vedere se diventa un “chi l’avrebbe mai detto che ci stavano benissimo insieme” alla Run DMC feat. Aerosmith o un “certe leggi divine non andrebbero mai sfidate” come il parmigiano sulla pasta alle vongole.
In ogni caso per adesso è molto viva la curiosità di vedere come vicende apparentemente così scollegate andranno a intrecciarsi.
― I magnifici paesaggi di Arda
Per il resto ha un ritmo abbastanza lento che a me personalmente non da fastidio visto che apprezzo questo tipo di narrazione, ma uno spettatore più “irrequieto” lo potrebbe facilmente trovare troppo lento.
É una questione di gusti, quindi se cercate tanta azione e un ritmo serrato potreste annoiarvi, tenetelo a mente.
Ecco, nel primo episodio il ritmo è forse un po’ troppo lento, ma già dal secondo si velocizza. E poi una narrazione lenta è adatta, se non quasi d’obbligo, a una serie simile, sottolineandone il tono solenne proprio come la storia che racconta.
Infine piccola, ma grande, nota d’onore al trucco e agli effetti speciali; contando che elfi, nani, hobbit e troll non esistono nel mondo reale (o comunque sarebbero un po’ difficili da riprendere anche esistessero; non ce lo vedo un orco a rifilmare una scena perché l’illuminazione non era corretta) serie come questa si basano su mondi che vanno creati da zero o quasi.
Per questo il rischio di costumi ridicoli e orecchie attaccate con la colla è altissimo, ma Gli Anelli del Potere si difende egregiamente regalandoci una resa grafica davvero eccezionale.
E non è da sottovalutare.
Quindi, per il momento
Se solitamente si discute (e si polemizza) sulla trasposizione di un’opera letteraria in film, in questo caso il confronto nasce spontaneo ma non fra carta e pellicola, ma fra pellicola e schermo della tv.
Gli Anelli del Potere si trova a dover reggere il confronto con l’iconica trilogia di Peter Jackson che ha fissato i canoni cinematografici dell’universo di Tolkien, almeno per questo secolo, e sicuramente non è un confronto facile.
É presto per cantare vittoria, proprio come per i nostri protagonisti, ma questa introduzione sembra preannunciare un racconto avvincente.
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